Groupama-FDJ, due corridori hanno ricevuto la “patente d’immunità” per il Covid-19: “Non dovranno più fare test fino alla fine dell’anno”
Due corridori della Groupama-FDJ sono stati certificati come “immuni” al Covid-19. Questo dopo che i test degli anticorpi cui sono stati sottoposti hanno dato esito positivo. I due atleti, di cui la squadra preferisce non rivelare l’identità, sono sempre stati asintomatici e ora sono negativi. Adesso per loro non ci saranno più al protocollo dei tamponi pre-gara visto che l’UCI li considera potenzialmente non più soggetti alla possibilità di contagio. I due sono stati comunque oggetto di una lunga e minuziosa serie di esami, per verificare che il contagio non avesse lasciato delle conseguenze sul loro fisico. Al momento non è noto se nel gruppo dei corridori World Tour ci sia qualche altro caso di questo tipo.
A rivelarlo è il medico della squadra francese, Jacky Maillot, in un’intervista a L’Equipe. “Alla fine di giugno abbiamo condotto dei test sierologici per capire chi in squadra fosse stato a contatto con il virus. Abbiamo riscontrato questi due casi. I corridori in questione hanno poi superato esami cardiologici per accertare che non avessero subìto complicazioni non evidenti, come, ad esempio, una miocardite virale. Adesso non hanno più l’obbligo di doversi sottoporre a tamponi, almeno fino alla fine dell’anno”.
Le squadre dovranno sostenere quasi 500 test da qui a fine stagione, fra corridori e staff, per rispettare il protocollo UCI e per creare le ormai famose “bolle” intorno ai gruppi in gara. Il costo? Circa 130mila euro. “È una sfida logistica infernale, ma non si lamenta nessuno. Cinque test in un mese non sono poi uno sforzo così grave. I corridori sanno che devono accettare la corsa se vogliono gareggiare. E cavolo se lo vogliono!”.
Ma che si fa se un corridore risulta positivo al Covid-19 durante una gara? “Non penso che sarà necessario fermare la corsa per un caso isolato di positività. Chiaro che se sarà un’intera squadra a essere colpita, il discorso cambia e il dottore responsabile per il protocollo dovrà prendere una decisione dopo aver consultato l’UCI. Al momento – dice Maillot – non abbiamo informazioni precise. Sappiamo che dovremo isolare i ‘contatti” del caso positivo il più in fretta possibile, perché non si può pensare di fermare un’intera squadra. Altrimenti rischiamo di arrivare senza corridori alla fine dei Grandi Giri. Noi, per essere più veloci nel gestire i test, abbiamo richiesto la presenza di un laboratorio di analisi al seguito delle corse”. In ogni caso, fortunati quei due corridori immuni…
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